
Effettuare un Vulnerability Assessment efficace richiede non solo competenze tecniche, ma anche l’utilizzo di strumenti adeguati. I tool per vulnerability assessment svolgono un ruolo fondamentale nel rilevare automaticamente le vulnerabilità presenti in reti, sistemi operativi, applicazioni e dispositivi connessi.
In questo articolo vedremo quali sono i migliori strumenti disponibili sul mercato, come scegliere quello più adatto alla propria realtà aziendale e come integrarli in un ecosistema di sicurezza più ampio.
Tool open-source vs tool commerciali
Esistono decine di strumenti progettati per svolgere attività di vulnerability assessment. Possiamo suddividerli principalmente in due categorie: tool open-source e tool commerciali.
Tool open-source più utilizzati:
- OpenVAS: uno dei più noti, utilizzato per la scansione di vulnerabilità di rete; altamente personalizzabile.
- Nmap + NSE (Nmap Scripting Engine): utile per scansioni mirate, sebbene non pensato esclusivamente per il VA.
- Nikto: focalizzato su vulnerabilità web server, veloce e leggero.
- Wapiti: utile per identificare vulnerabilità nelle applicazioni web, soprattutto in ambienti di test.
- OSV-Scanner: indicato per il controllo delle dipendenze nei progetti software (supply chain security).
Tool commerciali leader di mercato:
- Nessus (by Tenable): offre un database aggiornato e ampie funzionalità di reportistica, è uno dei più adottati a livello enterprise.
- Qualys Vulnerability Management: soluzione cloud potente, con gestione continua della postura di sicurezza.
- Rapid7 InsightVM: integrabile con soluzioni SIEM e DevOps pipeline.
- Acunetix: specializzato in vulnerabilità web, ideale per ambienti aziendali esposti online.
- Microsoft Defender for Endpoint: include funzionalità di VA per ambienti Windows e cloud.
La scelta tra open-source e commerciale dipende da vari fattori: budget, scalabilità, funzionalità, facilità di aggiornamento e supporto.
Criteri per scegliere il software giusto
Prima di adottare uno strumento per il vulnerability assessment, è fondamentale valutarne l’aderenza al contesto aziendale.
Ecco i principali criteri da considerare:
- Compatibilità con gli asset aziendali (infrastruttura on-premise, cloud, dispositivi IoT, container)
- Frequenza degli aggiornamenti del database vulnerabilità (CVE)
- Qualità e chiarezza dei report generati
- Possibilità di integrazione con sistemi SIEM, EDR o ticketing
- Licenze, costi ricorrenti e flessibilità contrattuale
- Supporto tecnico e community di riferimento
Per le aziende che lavorano in ambienti regolamentati o soggetti a certificazioni, è spesso consigliabile optare per soluzioni certificate e riconosciute a livello internazionale.
Integrazione con i sistemi aziendali
Un tool di vulnerability assessment è davvero efficace solo se integrato correttamente nei flussi di lavoro. Questo significa:
- Automatizzare le scansioni periodiche
- Collegare i risultati a sistemi di monitoraggio e gestione degli incidenti
- Allineare l’output del tool con il piano di remediation
- Coinvolgere il reparto IT nella prioritizzazione dei rischi emersi
In un contesto di security-by-design, gli strumenti di VA non sono un’attività una tantum, ma diventano parte del ciclo di vita del software, dell’infrastruttura e dei processi aziendali.
Adottare il giusto tool significa velocizzare i processi di rilevamento, ridurre il rischio di attacchi e risparmiare risorse nel lungo termine. La tecnologia, se scelta con consapevolezza, può diventare la migliore alleata della tua sicurezza.
Qual è il miglior tool per il Vulnerability Assessment?
Scegliere lo strumento giusto non è semplice: ogni tool ha punti di forza specifici e si adatta a contesti diversi, dalle PMI alle grandi aziende. Alcuni offrono maggiore flessibilità, altri un supporto più avanzato, altri ancora sono ideali per ambienti cloud-native o DevOps. Di seguito, una tabella comparativa per aiutarti a confrontare i principali strumenti oggi disponibili, sia open-source che commerciali.
Nome Tool | Tipo | Pro | Contro | Ideale per |
---|---|---|---|---|
OpenVAS | Open-source | Gratuito, ampia community, buona copertura di rete | Interfaccia complessa, più lento su scansioni ampie | Reti aziendali on-premise |
Nessus | Commerciale | Interfaccia intuitiva, ampio database CVE, report dettagliati | Licenza a pagamento, limitazioni nella versione free | Aziende di tutte le dimensioni |
Qualys VM | Commerciale | Cloud-based, continuo monitoraggio, scalabile | Richiede configurazione iniziale avanzata | Grandi aziende e ambienti regolamentati |
Nikto | Open-source | Leggero, ottimo per test su server web | Output tecnico, meno efficace su applicazioni moderne | Ambienti web legacy o in test |
Acunetix | Commerciale | Specializzato in vulnerabilità web app, facile da integrare | Costoso, meno completo per analisi di rete | Aziende con forti presenze online |
InsightVM | Commerciale | Integrazione con DevOps, dashboard avanzata, analisi rischio in tempo reale | Richiede tempo per implementazione completa | Infrastrutture complesse, DevSecOps |
Per un confronto più approfondito tra strumenti, metodologie e casi d’uso reali, puoi consultare anche la guida completa al Vulnerability Assessment e Penetration Test pubblicata da TN Solutions, dove approfondiamo strategie concrete e modelli applicabili sia alle PMI che alle aziende enterprise.
FAQ sull’uso e la scelta dei tool per Vulnerability Assessment
Quando si parla di tool per il vulnerability assessment, molte aziende si trovano a dover scegliere tra soluzioni open-source, commerciali, locali o cloud. In questa sezione rispondiamo alle domande più comuni legate alla valutazione, gestione e utilizzo dei software per l’analisi automatica delle vulnerabilità, con un focus sui criteri decisionali e sugli scenari d’uso reali.
Usare strumenti open-source può essere vantaggioso, ma se non configurati correttamente possono produrre falsi positivi, risultati incompleti o addirittura lasciare esposti gli stessi tool se installati senza aggiornamenti. Inoltre, molti strumenti richiedono competenze elevate per essere efficaci: un errore di impostazione può invalidare l’intera analisi. Per questo, anche in ambito open-source, è consigliabile affidarsi a tecnici esperti o integratori professionali.
Un buon software di vulnerability assessment deve essere compatibile con l’infrastruttura IT aziendale. Questo significa poter comunicare con sistemi di ticketing, SIEM, asset management e directory centralizzate (es. Active Directory). I tool commerciali offrono API e plugin per integrare la scansione nel flusso operativo. Alcuni open-source, come OpenVAS o Nessus, possono essere automatizzati con script e orchestratori come Ansible o cron job Linux.
Sì. Alcuni tool sono progettati per target specifici: ad esempio, Microsoft Defender for Endpoint è ottimizzato per ambienti Windows, mentre strumenti come Qualys Cloud Platform o InsightVM gestiscono asset ibridi e cloud-native. Per ambienti Linux-based e containerizzati, strumenti come Trivy o Lynis sono più adatti. È importante scegliere il tool in base all’ambiente prevalente della propria infrastruttura.
No. Il VA automatizzato è eccellente per la rilevazione continua e sistematica, ma non può sostituire il giudizio umano e l’interpretazione di un esperto. Alcune vulnerabilità logiche o contesti aziendali complessi non sono rilevabili da uno scanner. L’approccio migliore è ibrido: uno strumento automatizzato integrato con momenti periodici di analisi manuale e review tecnica, soprattutto in caso di infrastrutture critiche.
Fondamentale. Un report ben strutturato consente di valutare la gravità reale delle vulnerabilità, assegnare le priorità correttamente e condividere i risultati con team tecnici e manageriali. I migliori tool includono dashboard intuitive, classificazione secondo il CVSS (Common Vulnerability Scoring System) e suggerimenti di remediation. I report sono anche un elemento chiave in fase di audit o conformità normativa.
Dipende dal perimetro. Le scansioni interne (dall’interno della rete) permettono di rilevare vulnerabilità in ambienti protetti o non esposti. Le scansioni esterne (da Internet) simulano l’approccio di un attaccante esterno. Un buon piano di sicurezza prevede entrambi gli approcci: analisi interne regolari e scansioni esterne ricorrenti. Alcuni tool consentono anche la scansione simultanea di entrambe le superfici.
Sì, i tool professionali prevedono automazione completa del ciclo di analisi, con possibilità di pianificare scansioni periodiche, ricevere alert automatici in caso di vulnerabilità critiche e generare report programmati. Questa funzionalità è particolarmente utile in ambienti DevOps, dove la sicurezza deve essere integrata nei cicli di rilascio (DevSecOps). Alcuni strumenti si integrano anche con Slack, Jira, e sistemi di CI/CD per gestire la sicurezza in modo agile.