
Il Penetration Testing è una delle attività più complesse e strategiche in ambito cybersecurity. Per eseguire test di penetrazione efficaci, gli ethical hacker utilizzano strumenti avanzati in grado di simulare attacchi informatici reali, individuare falle di sicurezza e verificare l’effettiva resistenza delle infrastrutture IT.
Esistono decine di software, ognuno con caratteristiche, livelli di complessità e casi d’uso differenti. In questo articolo vediamo quali sono i software più usati nel 2025, le loro funzionalità chiave, i pro e i contro, e come scegliere quello più adatto in base al tipo di test da eseguire.
Panoramica dei software leader di mercato
Ecco una selezione dei software più utilizzati dai professionisti del settore:
- Kali Linux
Distribuzione Linux sviluppata per il penetration testing, include centinaia di tool preinstallati. È lo standard de facto per chi lavora nel campo della sicurezza. - Metasploit Framework
Piattaforma open-source per sviluppare, testare e utilizzare exploit. Ottima per testare la vulnerabilità di sistemi e per creare payload personalizzati. - Burp Suite
Tool avanzato per test di sicurezza su applicazioni web. È molto usato nei contesti di sicurezza applicativa (OWASP Top 10) e disponibile sia in versione gratuita che professionale. - Nmap e Zenmap
Nmap è un tool per la scansione di rete, Zenmap è la sua interfaccia grafica. Utilissimo per mappare le porte aperte, i servizi attivi e costruire la base di un attacco simulato. - Wireshark
Analizzatore di traffico di rete in tempo reale. Usato per intercettare pacchetti e analizzare protocolli, molto utile per comprendere cosa accade a livello di rete. - Aircrack-ng
Strumento per testare la sicurezza delle reti Wi-Fi. Consente di analizzare protocolli di cifratura e individuare punti deboli nei sistemi wireless. - Cobalt Strike
Suite commerciale orientata a Red Team e simulazioni di attacco avanzate. Integra funzionalità di post-exploitation e gestione di payload sofisticati.
Funzionalità, costi e livelli di complessità
Ogni software ha un proprio livello di accessibilità, che varia dalla facilità d’uso alla necessità di saper scrivere script personalizzati. Ecco alcuni criteri da considerare:
- Gratuito o a pagamento
Kali Linux, Nmap, Wireshark e Metasploit sono open-source e gratuiti, ideali per chi ha competenze tecniche elevate.
Burp Suite Professional e Cobalt Strike sono a pagamento, ma offrono funzionalità avanzate e supporto dedicato. - Interfaccia grafica vs linea di comando
Tool come Zenmap e Burp Suite offrono un’interfaccia GUI. Altri, come Metasploit, richiedono confidenza con la riga di comando. - Obiettivo del test
Se si lavora su web application, Burp Suite è una scelta eccellente. Per test di rete o server, Kali + Nmap + Metasploit rappresentano una combinazione efficace.
Per testare reti wireless, Aircrack-ng è lo standard. - Livello professionale
Cobalt Strike è una scelta da enterprise o red team professionali. Offre simulazioni complesse e strumenti avanzati di evasione e persistenza.
Quale scegliere in base al tipo di test
Ecco una guida rapida per associare i software al tipo di penetration test:
- Test esterni su rete aziendale:
Kali Linux, Nmap, Metasploit - Test su applicazioni web (black-box o grey-box):
Burp Suite, OWASP ZAP (alternativa open-source) - Test wireless o fisici:
Aircrack-ng, WiFi Pineapple (hardware) - Test avanzati con team red:
Cobalt Strike, BloodHound (per Active Directory)
La scelta del software dipende anche dal livello di maturità aziendale. Chi desidera iniziare con un approccio strutturato può rivolgersi a partner specializzati in sicurezza come TN Solutions.
Per approfondire come questi strumenti si inseriscano in un processo più ampio di analisi e protezione aziendale, ti consigliamo di leggere la nostra guida al Vulnerability Assessment e Penetration Test, pensata per aiutare aziende di ogni dimensione a costruire un perimetro di difesa moderno, efficace e normativamente conforme.
Investire sugli strumenti giusti significa simulare oggi gli attacchi che potresti subire domani, evitando costi, crisi e danni alla reputazione.
FAQ sulla scelta e l’uso dei software per Penetration Testing
Il mondo dei software per Penetration Testing è in continua evoluzione: nuovi strumenti, nuove minacce, nuovi framework di attacco. In questa sezione rispondiamo ai dubbi più comuni che sorgono nella fase di valutazione o adozione di soluzioni offensive per la sicurezza. Le domande aiutano a capire quali tool scegliere, come configurarli e cosa aspettarsi in ambienti professionali.
Sì, ma solo in un contesto autorizzato. I software come Metasploit, Burp Suite o Cobalt Strike sono strumenti potenti, ma il loro utilizzo su sistemi che non ti appartengono o senza esplicita autorizzazione è considerato illecito. In un contesto aziendale, i test devono essere pre-autorizzati e documentati. In ambito professionale, i software vengono usati con obiettivi etici e sempre sotto contratto.
Nel 2025, un kit minimo comprende: Kali Linux (distribuzione completa), Metasploit (sfruttamento), Burp Suite (analisi web), Nmap (scansione di rete), Wireshark (sniffing), Dirb o Gobuster (enumerazione), e tool di automazione come Python o Bash scripts. In contesti avanzati, strumenti come Cobalt Strike, BloodHound e Impacket sono indispensabili per post-exploitation e attacchi a reti Windows.
Sì, in parte. Burp Suite ha una curva di apprendimento rapida e una versione gratuita utile per chi inizia, ma per sfruttarne tutte le funzionalità (scansione automatica, intruder, repeater avanzati) è necessaria una certa esperienza nel testing delle applicazioni web. È un ottimo strumento anche per chi si occupa di QA, sviluppo sicuro o bug bounty.
Dipende dal contesto operativo. Kali Linux è ottimale per test locali e full control, ma richiede hardware adeguato e manutenzione continua. Le piattaforme cloud-based (come Pentest-as-a-Service o strumenti SaaS) offrono invece scalabilità, aggiornamenti automatici e accesso da qualsiasi dispositivo, ma con meno controllo diretto. Le grandi aziende spesso combinano entrambi: strumenti locali per test manuali, piattaforme cloud per automazione e reportistica.
Metasploit è open-source, modulare e molto utilizzato nella fase di exploit. Cobalt Strike, invece, è uno strumento commerciale pensato per Red Team: integra funzionalità di post-exploitation avanzata, pivoting, comandi beaconizzati, simulazioni stealth e persistenza. In pratica, Cobalt Strike è più vicino alla realtà di un attacco persistente, mentre Metasploit è perfetto per il testing standard e l’apprendimento.
Sì, esistono framework automatizzati come AttackForge, Pentera, Core Impact o moduli avanzati di Nessus e Burp Suite Pro. Questi strumenti guidano l’utente in tutte le fasi del test: reconnaissance, scan, exploit, report. Tuttavia, nessun software automatico può sostituire completamente l’ingegno di un esperto. Gli strumenti automatizzati sono ideali per test ricorrenti, ma i test manuali restano fondamentali per contesti complessi.
Per ambienti DevSecOps servono tool che si integrano nelle pipeline CI/CD, come OWASP ZAP, Nuclei, Burp Suite API, Trivy o Snyk. Questi strumenti permettono di eseguire test automatizzati durante il deployment, verificando vulnerabilità in codice, pacchetti, container e ambienti cloud. L’obiettivo è portare il Penetration Testing all’interno del ciclo di sviluppo, anticipando i problemi prima del rilascio.